
Non si tratta di “dialoghi sui massimi sistemi”: l’informazione, oggi, è un’arma di distrazione di massa o il cane da guardia della democrazia? Niente risposte a dilemmi metafisici. Ma una riflessione semiseria o tragicomica su una professione che continua, comunque, a fare… notizia: quella del giornalista, mestiere ancora in cima alle preferenze dei giovani, m sull’orlo del baratro della credibilità. Insomma due monologhi per una sola professione. Una strana professione, a cavallo tra l’impegno civile e “lo faccio perché una conferenza-stampa non comincia mai prima delle undici”.
E infine c’è anche lui, il giornale. Uno strampalato quotidiano riempito da notizie ancor più strampalate, surreali. Un deragliamento linguistico irridente e arguto, ma rigorosissimo, che fa saltare la notizia di cronaca sui binari di altri generi letterari, sulla falsariga dell’immortale “Esercizi di Stile” di Queneau con esiti esilaranti.
Oltre all’autore, una selezionatissima pattuglia di allievi della Scuola di Cultura del Giornalismo “A. Chiodi” del Centro Kolbe si è misurata durante le ore di lezione con questi esercizi, divenuti canovaccio teatrale. E anche questa è una notizia.

Ripuliamo la notizia dall’ossido dei clichè, tirandola a lucido per rileggerla in modo irriverente, dissacrante, comico. Anzi tragi-comico, visto che si parla di cronaca nera… Meglio ancora: sarà uno spettacolo tragi-cronico, come lo sono, d’altra parte, i nostri quotidiani. Perdersi la serata all’Antiruggine? Avrebbe una controindicazione: dovremmo chiedere a Mario Brunello di aprire al più presto un altro capannone culturale… l’Antitetanica!
Quindi...non mancate!