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Biennale Venezia 2025: il corpo, il suono e il mito nella visione di Dafoe, Barbieri e McGregor

Biennale Venezia 2025: il corpo, il suono e il mito nella visione di Dafoe, Barbieri e McGregor Foto Andrea Avezzù

La Biennale di Venezia si prepara a vivere nel 2025 una stagione di straordinaria intensità e visione. I tre settori dedicati al Teatro, alla Musica e alla Danza saranno guidati da figure emblematiche del panorama internazionale: Willem Dafoe, Caterina Barbieri e Wayne McGregor, ciascuno portatore di un linguaggio personale, profondo e radicale. Il loro lavoro si muove attorno a tre assi centrali – corpo, suono e mito – che diventano strumenti di esplorazione del nostro tempo.
 

Willem Dafoe: il teatro come rito fisico e poetico

Il 53. Festival Internazionale del Teatro, dal titolo Theater is Body – Body is Poetry, segna il debutto alla direzione artistica di Willem Dafoe, attore e performer dalla carriera leggendaria. Il suo approccio è intimo e visionario: "Il corpo, la poesia, il rituale" sono per lui il cuore del teatro, esperienza che travalica la parola e si radica nella presenza fisica, nell’incontro tra attori e spettatori.

Nel programma figurano artisti che hanno segnato il suo percorso, come Romeo Castellucci, Evangelia Rantou, Richard Foreman, Thomas Ostermeier e il Wooster Group, insieme a nuove voci come Princess Bangura o il collettivo Industria Indipendente. Uno spazio sarà dedicato anche a un omaggio a Foreman, recentemente scomparso. Un teatro che sfida la logica e apre all’immaginazione, come atto rituale e comunitario.
 

Caterina Barbieri: la musica come forza cosmica e generativa

Con il titolo su La stella dentro, il 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto da Caterina Barbieri si propone come un viaggio nella musica intesa non solo come arte, ma come vibrazione cosmica, esperienza spirituale, agente di trasformazione sociale. La musica, afferma Barbieri, è capace di aprirci all’infinito, ci insegna la relatività della percezione, ci guida oltre l’ego. È una stella che brilla dentro.

Caterina Barbieri costruisce un programma fluido, che attraversa minimalismo, elettronica, drone, techno, folk, afrofuturismo e musica antica. Tra i protagonisti: Laurie Spiegel, Suzanne Ciani, Eliane Radigue, Sunn O))), Guillaume de Machaut, Carl Craig, Nkisi, Basinski e Fennesz. Un mosaico di linguaggi che sfida le classificazioni e rivela la potenza del suono nel creare connessioni, senso di comunità e nuovi immaginari.
 

Wayne McGregor: la danza come generatrice di nuovi miti

Con Myth Makers – Creatori di miti, il 19. Festival Internazionale di Danza Contemporanea affidato a Wayne McGregor riflette sul bisogno profondo dell’umanità di costruire e reinventare miti. In un’epoca di instabilità e crisi globale, l’arte diventa narrazione condivisa, spazio simbolico, possibilità di cambiamento. Attraverso il movimento, la danza si fa linguaggio che interroga, emoziona, guarisce. E trasforma lo spettatore in partecipe della creazione del mito.

In scena oltre 160 artisti da tutto il mondo, 75 eventi in 17 giorni e molte prime assolute. Tra i protagonisti: la coreografa Twyla Tharp, Leone d’oro alla carriera, con una nuova creazione su musiche di Philip Glass; Carolina Bianchi, Leone d’argento, con una trilogia intensa tra corpo, poesia e denuncia. E ancora: l’innovazione post-umana di Antony Hamilton, le collaborazioni con intelligenza artificiale, le nuove coreografie di Philippe Kratz, Bullyache, Virginie Brunelle, Marcos Morau, Aakash Odedra, William Forsythe, Kor’sia e molti altri.
 

Un unico racconto in tre linguaggi

Tre festival distinti, tre visioni autonome ma sorprendentemente convergenti. Dafoe, Barbieri e McGregor portano in Biennale una lettura profonda del nostro tempo, che passa attraverso il corpo, il suono e la narrazione simbolica. In una Venezia sempre più crocevia dell’arte internazionale, la Biennale 2025 sarà un’esperienza immersiva, dove le arti performative tornano a essere strumento di riflessione collettiva, resistenza creativa e rinascita. In un presente dominato da incertezze, la ricerca artistica diventa bussola. E la Biennale, ancora una volta, ne è il palcoscenico più che mai necessario.

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